Tra le incertezze che spesso emergono quando si intraprende la strada del divorzio, sorge una domanda frequente: “Perderò il diritto alla pensione di reversibilità a seguito della separazione?” A volte, nonostante il tempo passato vivendo separatamente, si evita di ufficializzare il divorzio per timore di rinunciare alla pensione di reversibilità garantita dall’ex coniuge. Questa questione è particolarmente sentita dalle donne che hanno dedicato la loro vita alla famiglia e che magari non hanno accumulato i requisiti per una propria pensione. La pensione di reversibilità diventa l’unica fonte di sicurezza finanziaria per affrontare gli anni della terza età.
Pensione e divorzio: come funziona
Ma è vero che il divorzio comporta automaticamente la perdita del diritto alla reversibilità? La risposta è NO. Il divorzio non implica automaticamente la perdita del diritto alla pensione di reversibilità. Tale diritto è ancora valido per l’ex coniuge divorziato, a condizione che sia stato riconosciuto giudizialmente come beneficiario di un assegno divorzile al momento del decesso dell’ex coniuge. Gli elementi essenziali per ottenere il riconoscimento della pensione di reversibilità sono i seguenti:
- Essere titolari di una pensione diretta dall’ex coniuge deceduto, in base a un legame sorto prima della sentenza di divorzio;
- Essere titolari di un assegno di divorzio stabilito dal tribunale da parte del coniuge superstite.
Va sottolineato che il coniuge divorziato, a differenza del coniuge separato, perde i diritti di successione legati all’eredità dell’ex coniuge. Il divorzio comporta la cessazione dello “status” di coniuge, comportando la scomparsa di tutti i diritti ad esso connessi secondo la legge. Di conseguenza, il divorziato non è considerato un erede e non partecipa alla distribuzione dell’eredità. Visita questo link per saperne di più.
Come accedere all’eredità dell’ex coniuge
L’unico modo in cui l’ex coniuge divorziato può partecipare all’eredità, in relazione al suo precedente stato di coniuge, è attraverso quanto stabilito dall’articolo 9 bis della legge numero 898 sul divorzio. Questo articolo prevede che chi riceve pagamenti periodici a norma dell’articolo 5 della stessa legge (come, ad esempio, l’assegno di mantenimento all’ex coniuge) possa ottenere un assegno dall’eredità se si trova in uno stato di bisogno, qualora l’obbligato sia deceduto.
È importante notare che l’ex coniuge non avente diritto all’assegno di mantenimento al momento della morte del defunto non avrà diritto all’assegno proveniente dall’eredità.
Divorzio e pensione di reversibilità: confronto con la pensione indiretta
Prima di tutto, definiamo il concetto di pensioni ai superstiti. Si tratta di un sussidio erogato dall’INPS ai familiari del defunto. In genere, può assumere due forme diverse a seconda che il defunto fosse già pensionato o avesse sottoscritto un’assicurazione sulla vita. Nel primo caso parliamo di pensione di reversibilità, nel secondo di pensione indiretta.
Dal punto di vista economico, bisogna considerare i seguenti aspetti:
- La situazione economica delle parti coinvolte;
- L’importo dell’assegno di mantenimento pagato all’ex coniuge;
- Eventuali convivenze precedenti al matrimonio e la loro durata;
- La durata dei rispettivi matrimoni.
La pensione di reversibilità spetta al coniuge del defunto ed è calcolata in base alla percentuale dell’importo pensionistico che il coniuge defunto riceveva. Invece, la pensione indiretta può essere assegnata al coniuge qualora l’assicurato avesse accumulato quindici anni di contributi previdenziali o anche solo cinque anni di contributi, di cui almeno tre anni nei cinque anni precedenti alla data del decesso.
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Divorzio e calcolo della pensione di reversibilità
Come anticipato precedentemente, l’importo della pensione di reversibilità è proporzionale all’ammontare della pensione che il coniuge defunto riceveva in vita. È importante considerare la durata del matrimonio e il periodo in cui è stata erogata la pensione al coniuge defunto. Questo calcolo include anche il periodo di separazione legale, poiché il matrimonio è considerato concluso al termine della procedura di divorzio e quindi con la sentenza di divorzio.