In sede di divorzio è possibile che venga stabilito anche un “contributo di mantenimento”, ovvero una somma di denaro calcolata in maniera forfettaria da versare ogni mese. L’assegno di mantenimento può essere previsto sia per il coniuge economicamente più debole, che per i figli minorenni o maggiorenni ancora non autosufficienti ed economicamente indipendenti. A stabilire il diritto al mantenimento del coniuge sono gli articoli n° 143 e 156 del codice civile, mentre per i figli gli articoli sono i n°147 e 315-bis del codice civile. Occuparsi dei propri figli è infatti non solo un dovere del genitore, ma anche un diritto. Mentre l’assegno da versare all’ex coniuge è in relazione al mantenimento dello stesso tenore di vita avuto durante il matrimonio. Per farsi assistere e consigliare durante la procedura è opportuno rivolgersi a un avvocato per separazione a Mantova che sia quindi esperto nel diritto di famiglia, che regola i rapporti tra i membri di una famiglia.
Quando il coniuge e i figli hanno diritto all’assegno di mantenimento
Secondo la normativa italiana, l’assegno di mantenimento del coniuge va versato solamente in determinate situazioni. Per prima cosa, il coniuge che intende beneficiarne deve averne fatto richiesta espressamente e non deve essergli stata addebitata la separazione (questo è un requisito fondamentale). In più, il coniuge beneficiario non deve avere “adeguati redditi propri” oppure non si trova nella condizione di poterseli procurare (per malattia o altre cause). Si deve poi verificare che il coniuge tenuto a versare l’assegno abbia gli adeguati mezzi economici per poter affrontare tale spesa.
Per quanto riguarda i figli, è già stato accennato che occuparsi del loro mantenimento è un diritto e un dover dei genitori. Ciò potrebbe far pensare che l’assegno di mantenimento dei figli sia previsto solamente nel caso dei minori, ma in realtà non è così. Anche i figli maggiorenni che non sono ancora economicamente indipendenti, ne hanno diritto e l’assegno può essere loro tolto nel caso in cui si sia verificato che sono in grado di lavorare, ma magari hanno rifiutato un lavoro o si sono licenziati oppure non si stanno impegnando abbastanza per trovarlo.
Come si calcola l’assegno di mantenimento: alcuni esempi
Non è possibile fare una stima precisa della somma che si andrà a versare o al coniuge oppure ai propri figli, questo perché non esiste una formula matematica per calcolare l’assegno di mantenimento. Però, comunque, gli avvocati esperti in materia sono in grado di fare alcune stime più o meno precise basandosi sulle sentenze della Corte di Cassazione e sul codice civile. Sia per quanto riguarda i figli, che per quanto riguarda il coniuge, il fattore fondamentale da tenere in considerazione è quello del tenore di vita avuto durante il periodo del matrimonio. Per i figli, vanno tenuti in considerazione anche i loro bisogni e le loro esigenze. Al momento della decisione della somma si tiene conto anche della situazione patrimoniale e reddituale del coniuge che è tenuto a versare l’assegno di mantenimento.